Thursday 28 May 2009

Le persone sono incapaci.




Ho ricominciato a dipingere. Quando si e' fermi e' difficile partire e quando si parte poi e' difficile fermarsi. Poca roba qui e li'. Due giorni di fila, buono.
Mentre dipingo mi si creano in testa un sacco di idee positive, un sacco di progetti realizzabili. Poi ogni tanto, se sono troppo alti si infrangono e mi sento spiazzata dalla negativita' e dalla rabbia della mia impotenza su questo mondo di merda.
Ho fatto un po' il punto della mia vita: io sono sempre stata la straniera da quando sono nata. Da bambina ero trattata come la figlia dei terroni, la figlia degli sconosciuti, dalle maestre, mi prendevano in giro, mi davano della ritardata perche' io l'italiano lo parlavo bene, con le vocali aperte e chiuse, le esse sorde e sonore. Le maestre dovevano insegnarmi a parlare con l'accento romagnolo perche' come parlavo, parlavo strano. Le persone sono incapaci di ascoltare. I miei non avevano molti contatti con la gente, mio padre alla base militare, mia madre a casa...
Poi ho cambiato scuola. E allora sono diventata la nuova scolara. Stavolta ero straniera perche' venivo da un'altra scuola... E' a 2 km? Non importa, e' un'altra scuola. Finche' i miei erano insieme e mia mamma aveva un'attivita', ero rispettata in modo che loro potessero sfruttare i vantaggi che ne traevano dall'attivita'. Poi quando mia mamma ha cambiato lavoro, sono ritornata la "ritardata" com'ero trattata alla scuola precedente. Le maestre hanno cominciato a prendere in giro me e altri due bambini, una di origine pugliese e uno napoletane.
Poi sono tornata la "ritardata" alle scuole medie, grazie al fatto che la tipa che mi portava in macchina alla fermata dell'autobus, la mattina voleva dormire e la chiamavo dicendole che ero pronta troppo in anticipo, cosi' era sempre la stessa storia: lei arrivava incazzata e diceva che a quell'ora solo gli handicappati aspettano l'autobus, si chiedeva se mi avevano gia' messo l'insegnante di sostegno. A una bambina di 11 anni vai a dire delle cose del genere? Bello.
Tanto per aumentare le torture psicologiche, le mamme dei miei amici mi vietavano di mangiare dolci, questo non significa che loro non potessero mangiarne! Generalmente si sbafavano 4-5 merendine al cioccolato davanti ai miei occhi. E io niente. Da quando mi ricordo e anche prima, fino a che non ho cominciato a stare sola in casa e a fare quello che mi pareva, ogni volta che aprivo un ovino kinder era la tortura di tutti i miei parenti. Perche' mio nonno e' morto di diabete. A 67 anni. Ovvero, circa 60 anni dopo. La scusa era che prima o poi mi sarebbe venuto il diabete di tipo 1. Purtroppo, le persone sono impedite, quello non viene, ci si nasce.
Ero la straniera anche alle superiori:
l'unica ragazza di Ravenna in un istituto di Forli'.
All'universita', l'unica ragazza di Ravenna a Urbino.
A questo punto mi domando... Se io sono sempre stata la straniera, ma dove cazzo sono tutti sti Ravennati?

Risposta: a casa d'inverno, al mare d'estate.
La stessa casa dove giocavamo da bambini, che le mamme crudeli hanno sistemato per loro e famiglie. Lavori stagionali mediocri. "Tanto poi d'inverno mi arriva la mia bella disoccupazione..." (frase come pronunciata da una ragazza del mio paese, l'anno scorso, incinta di 7 mesi) .
Non si sono mai mossi di un millimetro. Hanno avuto sempre la stessa vita da quando sono nati. Prima o poi qualche vecchio morira' e loro erediteranno casa, magari in centro, l'appartamento lo affittano a qualche rumeno, hanno gia' tutto in mente, si prende bene, tanto muore presto...

Mentre dipingevo capivo quanto le persone al potere siano incapaci. Sono al potere, ma non perche' sanno fare veramente qualcosa, solo perche' hanno comprato quel potere in qualche modo, in tempi antichi, quando quel potere non costava quasi nulla... E adesso guarda! Mi chiedono quanto vale un quadro, rispondo che non e' mio il parere, ma e' il parere dei critici. Chiedo loro quanto lo hanno pagato, loro mi dicono "Tanto Tanto!" allora varra' tanto, rispondo.
E ora sono ancora la straniera: l'unica italiana a scuola, l'unica italiana al lavoro, l'unica italiana a casa.
Le persone sono incapaci perche' spesso non e' concesso loro di essere capaci, in un modo o nell'altro, vengono bloccate dalla burocrazia, dalle pratiche e dai pregiudizi.
Si, ma un quadro cosi' lo so fare anche io, che ci vuole! Due colori, incomincio anche io a dipingere! Dico loro che il quadro e' unico per la mano che lo ha dipinto prima della sua copia. Loro ridono, mi fanno vedere una stampa, spiego loro che la stampa ripete la sua unicita' per il numero di copie prodotte, dicendo questo, indico la tiratura sull'angolo. Finisco di parlare e loro aprono bocca mi insegnano le cose come stanno, come io ho insegnato loro con aria che "queste cose me le ha insegnate un professionista, mica tu" , ma questa volta loro sono critici.
Io dipingo e loro contano i soldi, perche' loro hanno sempre avuto i soldi in mano e non ne mancheranno mai, se li prendi sulla pelle degli altri. Le persone sono incapaci, ma i piu' incapaci hanno sempre piu' soldi degli altri. "Questo dipinto non vale tanto, volendo lo potrei fare anche io, anzi, un mio amico grande artista di cui ora non ricordo il nome, non sto certo parlando di artistelli mediocri del tuo calibro, mi ha detto che il quadro e' unico per la mano che lo ha dipinto prima della sua copia e che una stampa ripete la sua unicita' per il numero di copie prodotte. Ma a questo quadro io non darei due lire".
Sono sempre stata la straniera, anche nel mio appartamento, sono sempre stata quella senza mai soldi in tasca: se avessi avuto soldi, tanti soldi, avrei potuto pagarmi un'istruzione oltre l'universita', come le mie amiche ricche, avrei potuto pagare al Furetto uno o due anni in Italia senza che avesse il bisogno di lavorare veramente, tanto pago io che sono ricca o la famiglia...
E invece dipingo qui in un appartamento un po' vecchiotto in affitto. Sono ancora la straniera e penso che le persone siano incapaci.

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